Cos’è l’ansia e come si manifesta
L’American Psychological Association definisce l’ansia come:
“un’emozione caratterizzata da sentimenti di tensione, eccesso di preoccupazione e cambiamenti fisici come l’aumento della pressione sanguigna”.
Da questa prima definizione, si intuisce il fatto che l’ansia si manifesta attraverso sintomi sia fisici sia psicologici. Dal punto di vista fisico, i sintomi più comuni sono: tachicardia, palpitazioni, eccessiva sudorazione, aumento della pressione sanguigna, sensazione di peso sul petto, tremore, nausea, dilatazione delle pupille, spasmi muscolari. A livello psicologico, invece, l’ansia si manifesta attraverso: irritabilità, paura, angoscia, apprensione, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno.
L’ansia non è di per sé negativa: in effetti si tratta di uno stato di allerta che ci mette in guardia dai pericoli e ci prepara ad affrontarli, focalizzando l’attenzione e tutte le risorse cognitive sul problema. Intesa in questo senso l’ansia può essere vista come una reazione normale ad eventi rischiosi, che richiedono un’attivazione da parte dell’organismo per gestirli in maniera efficace. Al contrario, l’ansia smette di essere funzionale e diventa patologica quando la minaccia non è reale, ma una proiezione del soggetto: un evento reale neutro (ad es. prendere il pullman) viene caricato di significati negativi, “catastrofici” e viene percepita come una minaccia.
Le componenti dell’ansia sono tre:
- Cognitiva, si riferisce al contenuto dei pensieri (cosa succede nella mente di una persona in preda all’ansia e quali significati proietta il soggetto, come interpreta la realtà circostante);
- Comportamentale, generalmente l’evitamento della situazione o dell’oggetto specifico che scatena lo stato d’ansia o aggressività-irritabilità;
- Somatica, riguarda i sintomi fisici associati allo stato ansioso che abbiamo elencato prima.
Le tipologia di disturbi d’ansia
I sintomi dell’ansia sono gli stessi ma si inseriscono in quadri clinici differenti e possono avere cause differenti da individuo e individuo. I disturbi d’ansia nell’adulto si suddividono cinque categorie:
- L’ansia generalizzata è uno stato di allarme che il soggetto vive costantemente, a prescindere da eventi esterni; è cronica, dunque più resistente a passare, tuttavia non raggiunge mai l’apice ed ha una bassa intensità.
- Gli attacchi di panico, a differenza dell’ansia generalizzata, hanno una durata breve ma anche una maggiore intensità dei sintomi. Inoltre, proprio la paura di un nuovo attacco è la caratteristica pregnante e, paradossalmente, scatena un ulteriore attacco di panico. Il panico è improvviso, apparentemente non legato a situazioni reali e attuali; si manifesta con i tipici sintomi dell’ansia, in particolare con un senso di soffocamento e paura di morire.
- Il Disturbo da stress post-traumatico, per definizione, è causato da un evento traumatico passato e che ritorna sottoforma di flash-back o incubi notturno; potrebbe manifestarsi in condizioni particolari che in qualche modo si associano all’evento traumatico.
- Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di pensieri intrusivi negativi (ossessioni) ruminazione mentale e comportamenti ripetitivi (compulsioni) detti anche “rituali ossessivi”. Il rimuginio o la ruminazione è un’attività mentale che assorbe tutte le nostre energie cognitive e ostacola fortemente la vita quotidiana delle persone ansiose. Mentre gli atti compulsivi, in realtà, avrebbero uno scopo difensivo per l’individuo, come una sorta di “atto scaramantico” o “rituale” che il soggetto mette in atto per tenere a bada l’angoscia o per scongiurare il verificarsi di situazioni avverse. Alla base di tali meccanismi c’è un’illusione di poter controllare gli eventi futuri ed evitare la sofferenza. Naturalmente si tratta di meccanismi inefficaci che assorbono soltanto la mente della persona ansiosa, che si trova in balìa dei propri sintomi.
- Infine, nelle fobie lo stato ansioso è suscitato dalla presenza di un oggetto specifico (ad es. la fobia per gli insetti) in assenza del quale il soggetto non manifesta i sintomi dell’ansia. Anche l’ansia sociale può essere considerata una fobia specifica, che riguarda in particolare la paura del giudizio degli altri.
Quali sono i comportamenti tipici di una persona ansiosa
Alle manifestazioni cliniche dell’ansia corrispondono dei comportamenti ben visibili che possiamo riconoscere nelle persone ansiose:
- Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi che le persone mettono in atto in maniera quasi ossessiva per mitigare l’ansia e l’angoscia (ad. Esempio arricciarsi i capelli o mordersi le unghie). Ovviamente si tratta di comportamenti involontari che si manifestano a prescindere dal controllo del soggetto. Le compulsioni rientrano nel quadri clinico del Disturbo ossessivo compulsivo.
- La ruminazione è l’equivalente mentale delle compulsioni, soltanto che invece di riferirsi ad azioni concrete, si riferisce ai pensieri; nelle persone ansiose assumono un carattere negativo, catastrofico e pessimistico. Le persone ansiose sembrano aspettarsi sempre il peggio da ogni situazione e la ruminazione mentale dovrebbe rappresentare un modo per riflettere su tali situazioni per arginarle e affrontarle; in realtà, però, si rivela nuovamente un meccanismo inefficace e inconcludente, perché paralizza le nostre azioni e decisioni. La conclusione è che le persone ansiose pensano molto e scaricano con una forte emicrania.
- Il perfezionismo è un’altra caratteristica che possiamo ritrovare nelle persone ansiose, in particolare quando il loro profilo di personalità si avvicina al tipo ossessivo. Aspirare sempre a dare il meglio, non accontentarsi mai dei propri risultati etc. ci mette in condizioni di spingerci sempre oltre le nostre capacità. Abbiamo parlato prima di ansia sociale: il confronto con gli altri innesca nelle persone ansiose, la preoccupazione di non essere mai al pari e l’idea è quella di dover fare sempre di più. È giusto essere ambiziosi nella vita, ma quando questo comporta forte autocritica, pensieri ricorrenti di autorimprovero, complessi di inferiorità e sensi di colpa, chiaramente non favorisce il benessere e di conseguenza neanche la nostra performance.
- La paura di sbagliare delle persone ansiose può essere ricollegata all’idea di perfezionismo appena trattata: se la persona ha delle aspettative superiori alle reali capacità oppure se pianifica dei progetti troppo ambiziosi, oggettivamente irrealizzabili, il fallimento è assicurato; ma non perché c’è una mancanza di capacità, ma per il semplice fatto che la pianificazione non ha tenuto conto degli elementi di realtà oppure abbiamo puntato davvero troppo in alto. In questi casi è sempre meglio fare un passo alla volta e lavorare per sottobiettivi, altrimenti rischiamo un fallimento che ci condurrà all’ennesimo atteggiamento di autocritica e autorimprovero.
- I sensi di colpa sono altri temi che accompagnano e nutrono i pensieri delle persone ansiose. Essi sono la diretta conseguenza del rimuginio ossessivo rivolto al passato (ad es. se allora avessi fatto in questo modo, ora non mi sentirei così male). Il passato, come anche il futuro, fa parte di quella serie di dimensioni che oggettivamente nessuno può cambiare o controllare. Per questo occorre lavorare sul presente, nel caso imparando dagli errori del passato, senza mortificarci ulteriormente.
- L’angoscia per il futuro è una tematica ricorrente nei pensieri e nei discorsi delle persone ansiose. Naturalmente la preoccupazione è rivolta perlopiù al futuro perché rispetto al presente è incontrollabile e difficilmente “manipolabile” dall’individuo. Un modo per superare questo tipo di angoscia è accettare i propri limiti con serenità: non tutto è sotto il nostro controllo, ci sono eventi dovuti al caso, fatalità che non possiamo evitare e di cui non possiamo colpevolizzarci.
- La calma apparente: le persone ansiose appaiono tendenzialmente tranquille, ma in realtà molto spesso si tratta di una calma apparente. Chi soffre di ansia, in particolare di fobia sociale, tende a nasconderla per timore di essere giudicato nuovamente dagli altri. Tuttavia si tratta di un’impresa ardua perché l’ansia è molto subdola, perché essa si manifesta anche con sintomi fisici, che non possono essere nascosti o controllati. L’ansia purtroppo accompagna il soggetto costantemente, come un sottofondo rumoroso che impedisce di pensare e di agire.
- L’incapacità di agire delle persone ansiose è dovuta al fatto che i pensieri intrusivi ostacolano il processo decisionale. Le persone ansiose appaiono spesso indecise e insicure, non arrivano mai a conclusione, perché la loro mente è tenuta in scacco dall’ansia e dai pensieri ossessivi. L’incapacità di prendere decisioni naturalmente paralizza anche la possibilità di mettere in atto un’azione concreta. Per questo le persone ansiose, probabilmente senza rendersi neanche conto, investono molto tempo a rimuginare sulle cose e a procrastinare.
Come combattere l’ansia e lo stress
I disturbi d’ansia possono essere curati attraverso un percorso di psicoterapia e, laddove necessario, con un aiuto farmacologico. Rivolgersi ad un professionista è importante per comprendere la causa dei sintomi ansiosi. Conoscere il significato e la funzione che si cela dietro i sintomi dell’ansia, può aiutarci a comprenderne il meccanismo. La conoscenza mitiga la paura e ci consente di affrontare l’ansia con maggiore consapevolezza. L’ansia è un disturbo che provoca sofferenza e divora le forze dell’individuo. Affrontarla in maniera diversa fa sì che la persona possa riappropriarsi della vita.