Le relazioni che si creano nella scuola sono relazioni di un mondo a sè stante, non paragonabili ad esempio a quelle che si trovano all’interno del nucleo familiare.
Relazioni in classe
All’interno di una qualsiasi classe, sia essa della scuola dell’infanzia che dell’ultimo anno di liceo, vi sono
relazioni orizzontali e verticali. Questa differenza è data dalla diversa tipologia di gerarchia presente: i cosiddetti ruoli ricoperti dal soggetto all’interno di un’istituzione.
Di conseguenza le relazioni possono essere:
- Relazioni orizzontali: i pari inseriti nella stessa classe tendono a legarsi tra loro in quanto aventi
tutti la stessa età e stessi obiettivi da perseguire nel percorso scolastico. Questo può favorire
l’istaurarsi di amicizie che possono poi continuare al di fuori delle mura scolastiche. Al tempo
stesso all’interno di una stessa classe possono sorgere problematiche relazionali, fino a
tramutarsi in episodi di bullismo. - Relazioni verticali: si intende la relazione che si stabilisce tra l’insegnante e l’alunno sia
singolarmente che con il gruppo classe. Tale relazione si è modificata nei diversi periodi storici in
base ai cambiamenti in ambito psico pedagogico.
Di seguito, amplieremo le relazioni verticali.
Relazione alunno- insegnante: una risorsa per l’apprendimento?
Diversi studi nel corso degli anni si sono soffermati sull’importanza di tale relazione all’interno della
scuola, come punto fondamentale per ottenere un miglior clima in classe che, a cascata, porta a
migliori risultati in diversi ambiti. Importante sottolineare che l’insegnante oggi non è più visto e
temuto in quanto autorità che possiede un sapere da trasmettere in modo obiettivo e freddo, e in modalità unilaterale (up-down).
L’insegnante di oggi è una persona che, adeguatamente formata, è in grado di insegnare agli alunni in quanto persone in crescita e dotate di capacità di interazione e con una sfera emotiva da non sottovalutare. Il riconoscimento dell’alunno in quanto persona con grandi capacità e non solo dotato di una mente vuota da riempire senza reciprocità, ha modificato le modalità di insegnamento e la relazione stessa.
In numerose ricerche si è osservato che una relazione basata sulla fiducia reciproca, ascolto empatico e collaborazione porta evidenti conseguenze positive, quali:
- Maggior apprendimento, sia qualitativamente che quantitativamente, delle nozioni;
- Migliori capacità cognitive;
- Migliori capacità sociali e relazionali del singolo all’interno di un gruppo;
- Miglior autostima e senso di auto efficacia.
Anche per l’insegnante, una buona relazione con i propri alunni, denota miglior senso di auto efficacia
del proprio lavoro con miglioramento dell’autostima e, quindi, maggiori risorse personali spendibili
nella propria professione.
In conclusione…
Essere insegnanti, così come essere alunni, comporta una serie di compiti e sfide non facili all’interno
di un rapporto quotidiano, basti pensare che una giornata scolastica è lunga ben otto ore. Riuscire ad
instaurare buone relazioni sociali è il primo passo per migliorare la qualità della scuola stessa.
Laddove possano nascere problematiche tra alunni e insegnanti all’interno di un gruppo classe, può
essere utile la richiesta di consulto di uno psicologo scolastico che possa aiutare a gestire le relazioni
all’interno della scuola.
Il film: L’attimo fuggente
Cit.: “E proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovrete provare”.
L’attimo fuggente (Dead Poets Society) è un film del 1989 diretto da Peter Weir e con protagonista Robin Williams nei panni di John Keating, un professore anticonvenzionale che insegna in una prestigiosa accademia americana.
Uno dei punti forti di questo film è indubbiamente rappresentato dal carisma del protagonista, il professore John, e dalla magistrale e indimenticabile interpretazione di Robin Williams. L’attimo fuggente è un film molto importante e spesso citato a proposito del mondo della scuola. Tra i tanti insegnamenti che si possono apprendere dalla visione, mi piace mettere l’accento sull’importanza di “aprire i confini della visione“, che è la missione principale del protagonista. Un insegnante che riesca in questo importante obiettivo pedagogico , ha apportato ai propri allievi molto di più di quel che una semplice nozione potrebbe comunicare, fornendo uno strumento essenziale per tutti i futuri apprendimenti, scolastici e non: lo sviluppo del proprio senso critico.